martedì 30 ottobre 2007

Il mio blog su funbox

Il mio blog ha traslocato completamente su funbox al seguente indirizzo:

http://www.funbox.it/blog/

Vi aspetto di là, ciao !!!

mercoledì 24 ottobre 2007

L'uomo sintetico


LONDRA - Il superuomo si avvicina. Ormai, parola di uno dei più importanti scienziati moderni, siamo solo a un secolo di distanza. Nel XXII secolo sarà infatti possibile creare un uomo totalmente sintetico. Lo ha affermato Craig Venter, lo scienziato americano noto per aver annunciato la creazione in laboratorio di un cromosoma fabbricato in laboratorio durante un'intervista alla rete televisiva inglese Bbc.
VERSO L'UOMO SINTETICO - «La creazione di un intero genoma umano in una provetta sarà possibile già in questo secolo - ha affermato Venter - ma non credo che succederà, perchè tutti noi scienziati siamo contrari ad esperimenti di questo tipo sugli uomini. Questo non esclude però che nel prossimo secolo qualcuno lo faccia, oppure cerchi di cambiare singole parti del Dna per migliorare alcune caratteristiche fisiche». Venter ha anche escluso che le sue ricerche, specie quelle sulla creazione di batteri sintetici, possano essere usate per fabbricare armi batteriologiche: «Il nostro laboratorio ha chiesto il controllo di un comitato etico fin dai primi esperimenti - ha spiegato il genetista - e anche adesso tutte le nostre ricerche sono esaminate attentamente da un comitato bioetico statale. Esperimenti simili ai nostri sono svolti nei laboratori di tutto il mondo, l'importante è che siano sempre controllati e resi pubblici».
ACCUSE - Lo scienziato si è difeso dall'accusa fatta da molti genetisti di aver creato una società privata per sequenziare completamente il genoma umano (la Celera Genomics, che riuscì nel 2001 nell'intento precedendo un consorzio pubblico mondiale) per sfruttare i risultati dal punto di vista commerciale: «Non abbiamo brevettato nessun gene umano - ha spiegato Venter - e i nostri risultati sono pubblici e accessibili a tutti. La società privata serviva ad aumentare la competizione, e infatti siamo riusciti a fare in nove mesi quello che gli altri cercavano di ottenere in quindici anni. Certo, ci ho anche guadagnato, ma non abbiamo mai nascosto i risultati».

venerdì 19 ottobre 2007

Ghost in the Shell

Ieri sera mi sono finalmente rivisto Ghost in the Shell, e devo dire che non me lo ricordavo per niente!!!
Beh, direte voi, è normale, non ti ricordi nemmeno cosa hai mangiato a pranzo ieri, ti vuoi ricordare un film che hai visto anni fà...
Ad ogni modo, è stata davvero una visione piacevole ed emozionante.
Il film, nella prima parte, non è molto veloce, ci sono tanti dialoghi che non è facile seguire ma che introducono in "quel" mondo, un futuro chissà se probabile o no, ma cupo, con diatribe politiche (che novità...), tecnologia allo sbaraglio, corpi di polizia che si tirano alle gambe tra loro per i propri loschi interessi...un mondo molto attuale insomma...
Protagonista è il maggiore Motoko Kusanagi, una sorta di cyborg con "qualche" cellula umana e uno spirito "rinchiuso" dentro un corpo (splendido) in titanio; in lei si scatena un conflitto interiore, una crisi d'identità: quanto di me è umano e quanto è macchina?
Colonna sonora splendida, disegni e animazioni memorabili, profonda caratterizzazione psicologica dei personaggi...secondo me un CULT MOVIE.

mercoledì 17 ottobre 2007

Che auguri !!!


Solo un genio come il mio amico Maurizio poteva mandarmi degli auguri cosi belli, GRAZIE !!!

lunedì 15 ottobre 2007

Simpsonizzati !!!

Non posso non segnalare questo sito-gadget che vi trasforma in un personaggio dei Simpson, il tutto con una sola foto in primo piano a colori !!!
Questo è il link:
http://simpsonizeme.com/
Chi mi conosce non potrà non riconoscermi qui accanto :D

domenica 14 ottobre 2007

Insetto spia

WASHINGTON – Insetti giganti o minuscoli elicotteri-spia? Per molti dimostranti scesi nelle piazze americane la risposta giusta è la seconda. Alcuni di loro – come ha scritto il Washington Post– sostengono di essere stati sorvegliati durante un corteo da un «strano insetto» che poteva in realtà essere una microspia volante. Scettici gli esperti per i quali si trattava davvero di coleotteri.

INSETTI SPIA - Ovviamente nessuna fonte ufficiale ha confermato l’episodio, ma è noto che molte agenzie della sicurezza stanno sviluppando sistemi che prevedono l’impiego di minuscoli oggetti volanti adatti alla sorveglianza. Il Washington Post ricorda che già negli anni ’70 la Cia aveva messo a punto un insetto spia. I test condotti però non erano stati soddisfacenti in quanto il vento o correnti d’aria ne ostacolavano i movimenti. Più di recente laboratori e società hanno cercato di realizzare «insetti spia» per rispondere alle richieste del Dipartimento della Sicurezza. Un naturale sviluppo dei cosiddetti «drone», aerei radio-comandanti in grado di trasmettere informazioni in tempo reale e persino di condurre attacchi. Le ricerche condotte fino a oggi hanno portato alla realizzazione di prototipi dalle prestazioni interessanti ma che non hanno convinto del tutto chi dovrà poi utilizzarli sul campo. Sembrano invece funzionare meglio minuscoli aerei radiocomandati messi a punto da ditte specializzate statunitensi.

lunedì 8 ottobre 2007

Il murales da 400mila euro...che non c'è più


C'era una volta, nella stazione di Old Streed a Londra, un murales di Bansky raffigurante John Travolta e Samuel L. Jackson in una scena di Pulp Fiction.
Poi in un giorno di Aprile di quest'anno, una zelante squadra di operai della Transport of London, incaricati di ripulire i muri delle stazioni, lo hanno coperto con una mano di vernice nera...
Cercherò di immortalarlo in qualche muro di casa mia...

Verso il lancio


Questa foto (Afp) del razzo Soyuz-TMA 11 trasportato verso la base di lancio del cosmodromo di Baikonur in Kazakhstan (partirà il 10 ottobre), mi ha davvero colpito, ha davvero tutti gli ingredienti necessari ad una bella foto: composizione del quadro, luce, soggetto.
Come sarei fiero e soddisfatto se l'avessi scattata io !

venerdì 5 ottobre 2007

Mazinga Z difende Madrid !!!


Da appassionato/malato per i robottoni anni '80 come sono, costantemente in avida ricerca di info/news, ho trovato questa spettacolare immagine 3D di Mazinga Z nella Gran Via di Madrid.
L'autore, che ha tutta la mia stima, è:
http://www.joseliebana.com/

giovedì 4 ottobre 2007

"La benzina? Non ci servirà mai più. Raffino i rifiuti al posto del petrolio"

Un ingegnere genovese di 63 anni, insieme con una biologa statunitense di 71, ha liberato il mondo dalla schiavitù del petrolio e dalla morsa dell’inquinamento per i secoli a venire.
Luciano Patorno e Nancy Ho sono riusciti a rimpiazzare la benzina con l’etanolo ricavato dai rifiuti urbani.
Un giacimento inesauribile.
Lo so, detta così può ricordare la più impraticabile delle trovate: mettere in moto l’automobile dopo aver fatto pipì nel serbatoio.
Ma questa non è una barzelletta.
In Canada già funziona una bioraffineria «made in Italy» che produce il carburante e lo vende alla Shell.
E85 è il nome alla pompa del nuovo oro verde: 85% di etanolo, 15% di benzina.
Una miscela, per il momento.
Con un piccolo ritocco ai motori domani potrà essere utilizzato al 100%, essendo un alcol etilico concentrato pressoché anidro, cioè privo d’acqua.
L’etanolo (bioetanolo, per l’esattezza) che la professoressa Ho, docente universitaria di origine cinese immigrata da molti anni negli Usa, è stata in grado di fabbricare su larga scala grazie all’impianto creato dall’ingegner Patorno, imprenditore trasferitosi dalla Liguria a Modena, ha qualche altra caratteristica talmente unica da farlo sembrare un inaspettato dono del cielo all’umanità giunta sull’orlo del baratro: «Può alimentare da subito i propulsori Flex fuel montati su numerosi modelli di vetture. Non affama il Terzo mondo e non fa aumentare i prezzi del pane, della pasta, del latte, della carne perché non fagocita le coltivazioni di cereali destinate all’alimentazione umana e animale, anzi non le intacca minimamente, e di conseguenza non dissipa le già limitate risorse d’acqua del pianeta. Presenta un contenuto netto di energia tre volte più alto dell’etanolo tradizionale. Elimina il 70-75% del peggiore dei gas serra, l’anidride carbonica, principale responsabile dell’innalzamento delle temperature. Abbatte del 5-10% le emissioni di ossidi d’azoto e di zolfo. È privo di metalli pesanti. Azzera i particolati, meglio noti come polveri sottili. È totalmente biodegradabile. Libera il globo da larga parte dell’immondizia. E, ultimo ma non ultimo, ha un prezzo alla produzione di 0,30 euro il litro, 580 lire, esattamente come la benzina verde. Mentre l’etanolo distillato dal mais o dalla canna da zucchero costa il doppio».
Guardatevi intorno, o scoperchiate la pattumiera: tutta roba buona per far marciare la vostra auto. Giornali, riviste, involucri per alimenti, fogli di carta, corrispondenza, cartoncini, cartoni, opuscoli. E poi la lolla del riso e del frumento, i cartocci delle pannocchie, le bagasse della canna da zucchero, gli steli del mais, i residui e le eccedenze di coltivazioni agricole, il legno, la segatura, l’erba, le ramaglie, i rifiuti industriali delle cartiere.
Insomma Patorno tramuta in carburante per autotrazione tutto ciò che contiene cellulosa.
Contitolare con un socio della Sipatech di Sassuolo, laurea in ingegneria elettrotecnica e meccanica, l’inventore s’è sempre occupato di automazioni industriali: per la Caterpillar, per la New Holland (Fiat), per la Hoechst (Sanofi-Aventis). In campo biomedicale ha brevettato strumenti rivoluzionari, dall’Endofixer, una suturatrice endovascolare che nell’aneurisma dell’aorta consente di fissare un manicotto dentro l’arteria senza intervenire chirurgicamente sul paziente, all’Anastomosis, che ricollega elasticamente i vasi sanguigni recisi in sala operatoria oppure dissecca le vene varicose con le onde elettromagnetiche evitando il bisturi.
Patorno è tornato alla sua antica passione, l’energia, dal 1999, quando gli hanno chiesto d’escogitare un sistema per il riciclaggio degli pneumatici usati. Nel nostro Paese se ne accumulano 400.000 tonnellate l’anno: metà finiscono in discarica e metà vengono trasformati in gomme rigenerate, conglomerati per bitumazioni, materiale per pavimenti antiscivolo. L’inventore ha fatto anche qui il miracolo: un brevetto che li riconverte negli idrocarburi d’origine.
Come c’è riuscito?
«Sono nato ingegnere. Mio padre era tecnico all’Ansaldo di Genova. La nostra casa si trovava dentro lo stabilimento. A 5 anni già giravo per i reparti. Ho visto dal vivo l’infinità di sottoprodotti, almeno un centinaio, che escono dal ciclo di depurazione del carbon coke: benzolo, naftalina, etilene, catrame».
Com’è arrivato all’etanolo ricavato dai rifiuti cellulosici?
«Mi ha contattato la Purdue University, che si trova a West Lafayette, nell’Indiana, 200 chilometri da Chicago, 100 da Indianapolis. Avevano bisogno di alcuni sensori particolari per le macchine dei loro laboratori. E là ho incontrato Nancy Ho, biologa molecolare premiata al Congresso dal presidente George Bush per aver messo a punto dopo 14 anni di ricerche un enzima geneticamente modificato. La professoressa è partita dai Saccharomyces cerevisiae, microrganismi che hanno una funzione fondamentale nelle fermentazioni da cui si ottengono il vino e la birra».
Che cosa fa questo enzima?
«Trasforma il glucosio e lo xilosio, due zuccheri, in etanolo. Invece chi distilla l’etanolo dai cereali non riesce a modificare lo xilosio, e ciò riduce del 40% la resa finale di carburante. Ma alla professoressa Ho mancava l’impianto in grado di industrializzare il processo. Ha chiesto a me di farlo. Così ho progettato una raffineria di alcol, anziché di petrolio».
Vi siete messi in società.
«Per gli Usa il brevetto se lo gestiscono gli americani. Per l’Europa io. Nel resto del mondo siamo partner».
Ma le bioraffinerie sono di là da venire.
«Non direi. Una è già stata aperta a Toronto dalla Iogen corporation: da una tonnellata di paglia spreme 350 litri di etanolo. In quattro anni è già arrivata a 128 milioni di litri. Un’altra è in costruzione in Pennsylvania. Torno adesso da un viaggio in Cina, dove già operavo con la Aodevices per progettare stabilimenti che purificano il silicio indispensabile alla produzione di pannelli fotovoltaici in Europa e Medio Oriente. Gli enti governativi di Pechino mi sono piombati addosso come falchi. I cinesi sono affamati di energia».
Gli italiani no?
«In Italia è tutto difficile. Ho interpellato la Hera, il gruppo quotato in Borsa che eroga elettricità e gas ai Comuni dell’Emilia Romagna: parole. Ho interpellato il Cpl, Consorzio productions logistics della Legacoop: parole. Ho interpellato la Confcooperative coinvolta nel rigassificatore di Brindisi: parole».
Ha interpellato le persone sbagliate.
«Non ho agganci politici. Ho interpellato le banche: parole anche lì».
Siamo sicuri che esistano biomasse cellulosiche sufficienti per estrarre l’etanolo?
«Mi offende. Ogni anno l’Italia produce 100 milioni di tonnellate di rifiuti: 40 milioni sono urbani. Il 35% di questi sono cellulosici, cioè carta, cartone e legni, però non riciclabili. Quindi stiamo parlando di 14 milioni di tonnellate che oggi si buttano in discarica. Si potrebbe ricavarne, con 30 dei miei impianti, 4,8 miliardi di litri di etanolo. Vale a dire il 30% del fabbisogno nazionale, visto che gli italiani consumano ogni anno 16 miliardi di litri di benzina».
E il restante 70% del fabbisogno?
«Ci sono da sfruttare i residui legnosi industriali: cassette della frutta, trucioli di falegnameria, segatura, mobili vecchi, pallet, traversine ferroviarie, bobine di cavi elettrici, imballaggi. Una città di medie dimensioni, come Perugia, sciupa ogni anno 15.000 tonnellate di potature. Valgono 5 milioni di litri di bioetanolo. E poi pensi solo alla pulizia dei boschi».
Ma se ancora non bastassero?
«Ho letto l’intervista che Mauro Tedeschini, direttore di Quattroruote, ha fatto col professor Carlo Rubbia nel numero di settembre. In questo Paese vi sono un milione d’ettari di terreni non coltivati, ha spiegato il premio Nobel. Potremmo metterci a dimora piante non commestibili la cui resa energetica è enorme. Il miscanthus, per esempio. È una canna ricchissima di cellulosa che cresce spontaneamente in Cina e in Giappone. Supera i 4 metri d’altezza, la densità delle foglie è tale che una persona non riesce a passarci in mezzo, prospera nei climi temperati come il nostro, richiede poca acqua, dura circa 15 anni e si raccoglie d’inverno, un momento ideale per gli agricoltori. Idem la canapa, adatta per i terreni aridi del nostro Sud. Idem i pioppi. Un pioppeto lungo 10 chilometri e largo altrettanto potrebbe alimentare all’infinito, col suo ciclo vegetativo, la più grande delle bioraffinerie che ho progettato, 160 milioni di litri di etanolo annui».
Bioraffineria che costerà un patrimonio, suppongo.
«È un investimento da 65 milioni di euro. Calcolati i costi di produzione con l’ammortamento, i ricavi dalla vendita del bioetanolo e l’extra utile derivante dalla defiscalizzazione, fin dal primo anno genera un profitto netto di quasi 44 milioni di euro. Tenga presente che in Italia l’etanolo è defiscalizzato al 20%, ma dovrebbe arrivare almeno al 47%, anche perché in Germania, Spagna, Belgio e Slovacchia è al 100%, in Francia al 57%, in Finlandia al 55%. Mettiamo che lo Stato o l’Eni aprissero 100 bioraffinerie: con un investimento di 12.500 miliardi di vecchie lire, circa un terzo della manovra economica annunciata dal governo per il 2007, avrebbero affrancato per sempre il Paese dalla benzina».
Non credo che gli sceicchi arabi siano molto contenti di lei.
(Allarga le braccia).
Non teme per la sua vita?
«Le dirò: qualche timore ce l’ho».
Il petrolio è destinato a esaurirsi?
«Per forza. È un dato di fatto. O entro 20 anni o entro 50, ma finirà. Lo dimostra la speculazione sui prezzi: oggi è a 80 dollari il barile, contro i 30 di tre anni fa, mentre dovrebbe costarne non più di 55. E anche se non si esaurissero i giacimenti, diventerebbe sempre più difficile estrarlo. Per cui i costi, in termini di energia impiegata nel pompaggio, supererebbero i ricavi. Lo stesso dicasi se andassimo a cercarlo sul fondo degli oceani».
Resta il fatto che di auto pronte per l’etanolo non se ne vedono molte in circolazione.
«Più che altro mancano i distributori. Ma da fine luglio è in vendita anche in Italia la Renault New Mégane alimentabile a E85. Il gruppo Peugeot-Citroën sta per presentare un’ampia gamma di modelli biocompatibili. Saranno presto sul mercato Ford, Opel, Saab, Volvo e Cadillac. Io stesso ho guidato da Chicago a Lafayette una Ford che funzionava con miscela all’85% di alcol e al 15% di benzina. Non c’è area di servizio d’America dove manchi la colonnina dell’E85».
Una Ferrari che va etanolo?
«Perché no? Le prestazioni migliorano. La formula chimica dell’etanolo è C2H5OH: nel radicale OH è presente ossigeno, come in tutti gli alcoli. Equivale a sovralimentare il motore. Per di più nell’etanolo non occorre aggiungere gli antidetonanti, indispensabili nella benzina. Un tempo la super veniva addizionata con tetraetile di piombo, un inquinante micidiale. Oggi la verde richiede il benzene, che inquina meno, però inquina. Al traffico stradale si imputa il 93% delle emissioni di ossido di carbonio, il 60% di quelle di idrocarburi e ossidi di azoto e il 12% di quelle d’anidride carbonica, c’è poco da fare».
Il professor Antonino Zichichi sostiene che l’anidride carbonica è senz’altro aumentata da quando è iniziata l’era industriale, ma che l’uomo incide solo per il 10% sul clima, il resto dipende dai fenomeni naturali, a cominciare dai raggi cosmici. In mezzo milione di anni la Terra ha perso e ritrovato il Polo Nord e il Polo Sud già quattro volte.
«Sono d’accordo. Ma il nostro guaio è che, a causa del massiccio utilizzo dei combustibili fossili, per la prima volta nella storia dell’umanità l’anidride carbonica si accumula in tempi troppo veloci e si concentra nelle aree urbane e industrializzate. Ristagnasse sull’oceano, sarebbe diverso».
Però del Brasile, che fa il 48% dell’etanolo per autotrazione prodotto nel mondo, io ricordo il lezzo pestilenziale dei biocarburanti.
«Invece l’etanolo ricavato dagli scarti di cellulosa è inodore».
Ma ho letto che corrode i motori.
«Lo escludo. Ai metalli non può far nulla».
La sua bioraffineria non provoca odori e fumi?
«No. La fermentazione avviene in autoclave. È un sistema che richiede la mancanza di contatto con l’aria. Gli enzimi sono anaerobi, vivono solo in assenza di ossigeno».
Avrà bisogno di una discarica per i residui della lavorazione.
«Al contrario. Sono io che devo insediarmi vicino alle discariche per recuperare quanto di buono vi è contenuto».
La sua bioraffineria non produce scarti? Impossibile.
«Certo che li produce. Ma non li chiamerei scarti, bensì sottoprodotti: mangimi, fertilizzanti chimici per l’agricoltura, polimeri della plastica, lubrificanti, adesivi. Tutta roba che è fuori dal conto economico di cui le ho parlato prima e che va dunque ad ampliare il margine di guadagno».
Avrà bisogno di molti dipendenti e di tanta energia elettrica.
«La forza lavoro per il ciclo produttivo di 24 ore su 24 assomma a un centinaio di persone. L’energia me la produco da solo: il primo elemento da togliere nella fase di pretrattamento dei rifiuti cellulosici è la lignina, che ha un alto potere calorifero».
Avrà bisogno di una vasta area.
«La bioraffineria più grande si estende su 60.000 metri quadrati. È la superficie occupata dall’inceneritore di rifiuti urbani della città di Brescia, quello dipinto con i colori del cielo che si vede dall’autostrada A4».
Una direttiva europea fissava al 2% la quota di mercato dei biocarburanti che gli Stati membri erano invitati a raggiungere entro il 2005. Il quantitativo salirà al 5,75% nel 2010. L’Italia che cos’ha fatto?
«Niente. Però l’11 marzo 2006 il governo ha varato la legge 81 che prevede l’obbligatorietà dell’integrazione di bioetanolo nelle benzine in percentuali crescenti: dai 320 milioni di litri nel 2006 fino ad arrivare ai 920 milioni di litri nel 2010».
E quanti ne abbiamo prodotti finora?
«Neanche mezzo litro».

stefano.lorenzetto@ilgiornale.it

Sequestrato www.vajont.org

"I meccanismi di clientelismo politico che la diga del Vajont contribuisce ad edificare plasmano una costante politica perversa: salvare all'infinito il sistema che li ha prodotti ed eretti.
Stanno scritte in questo strato profondo le ragioni dell'insabbiamento di tutti i processi in cui è stato chiamato a rispondere lo Stato e in cui è in questione l'operato di organismi politico-istituzionali.
Il "disastro del Vajont" inaugura questa deleteria tendenza che avrà nelle stragi impunite degli anni '60, '70 e '80 le sue punte di diamante.
Un sistema che, per un riflesso pavloviano, non ammette censura e insabbia sistematicamente la ricerca della verità, non può che decolpevolizzarsi e deresponsabilizzarsi sistematicamente.
Il "caso Vajont", anche per questo, non poteva essere riaperto; e nemmeno poteva tornare in circolo tutta la documentazione scottante sottratta alla discussione pubblica".
(A. Chiocchi, storico, 2003)

lunedì 1 ottobre 2007

Onde radio dal cosmo: "Origini sconosciute"


Da un luogo remoto al di fuori della nostra galassia Via Lattea gli astronomi hanno ricevuto un flusso di onde radio molto potente che li imbarazza perché non sanno spiegarne l’origine. La scoperta è singolare e intrigante perché ciò che hanno davanti si presenta come un complicato puzzle da risolvere. Diciamo subito per evitare equivoci che hanno escluso subito si tratti di segnali radio lanciati da esseri intelligenti. La provenienza, anche se da decifrare, è di natura rigorosamente astrale.
LA SCOPERTA - La scoperta è avvenuta analizzando i dati raccolti negli ultimi sei anni con il radiotelescopio di Parkes in Australia. Guardandoli con più attenzione di quanto non abbiamo fatto i suoi colleghi in passato, David Narkevic della West Virginia University (USA) ha rilevato una sorgente di onde radio collocata a circa 1,6 miliardi di anni luce dalla Terra. «Ma da dove arriva questa?» si chiedeva David assieme al suo gruppetto di osservatori. E lo stupore era notevole perché in realtà loro erano impegnati nella caccia alle pulsar, cioè stelle a neutroni rotanti, all’interno della Via Lattea. E invece si imbattono in un densissimo fiume di radioonde che in soli cinque millisecondi rilasciava tanta energia quanto ne emette il Sole nell’arco di un intero mese. Il segnale era registrato per 90 ore e poi scompariva senza più farsi sentire. Questo ha complicato notevolmente le cose.
TANTE IPOTESI - Ora il gruppo di astronomi è impegnato a leggere, ma soprattutto a cercare una spiegazione plausibile. Intanto si ipotizza che tutto possa essere nato dallo scontro tra due stelle tradizionali oppure che si tratti di una sorgente associata ad un lampo di raggi gamma; ma di quest’ultimo, verificando, non s’è trovata traccia. Un’altra ipotesi avanzata è stata la fusione tra due stelle a neutroni dalla quale, secondo la teoria delle relatività generale – si ricorda – dovrebbero scaturire delle onde gravitazionali. E anzi qualcuno ipotizza che la caccia a questo tipo di segnali possa condurre anche alla cattura delle stesse fantomatiche onde gravitazionali finora mai avvistate. Insomma tante spiegazioni, nessuna certezza e molte speranze anche azzardate. Per il momento, per cercare di dissolvere il mistero, non resta che approfondire lo studio e la ricerca di sorgenti analoghe.
(da www.corriere.it)

venerdì 21 settembre 2007

Le fortezze di Maunsell


Queste costruzioni sono state erette durante la seconda guerra mondiale dagli inglesi, nell'estuario del Tamigi, come postazioni di contraerea e di difesa del fiume.
Mi hanno ricordato i tripodi della Guerra dei Mondi e pure delle strane installazioni spaziali di qualche film di fantascienza...
Consiglio questo sito per info e foto:
http://www.undergroundkent.co.uk/maunsell_towers.htm

Il cucciolo del gigante sorridente



Un veterinario tiene tra le mani un cucciolo di 7 settimane durante una visita allo Zoo di San Diego (Reuters)

mercoledì 12 settembre 2007

L'acqua di mare può incendiarsi




PENNSYLVANIA (Stati Uniti) - Che l'acqua di mare non bruciasse è un punto fermo sul quale però ora è venuto forse il momento di ricredersi. Sembra una follia ma John Kanzius nell'estate di quest'anno ha destato grande curiosità tra i media di mezzo mondo. Il pensionato sessantatreenne e inventore a tempo perso di Eire in Pennsylvania, con un semplice apparecchio per la radioterapia, ha scoperto la possibilità di "incendiare" l'acqua salata. Molti hanno subito pensato ad uno scherzo. Ora è arrivata la riprova.
CANCRO - John Kanzius, che ha una passione per la fisica, le onde radio e le nano-tecnologie, era alla ricerca di una cura per la malattia di cui soffre, il cancro. Tutto è iniziato quattro anni fa. Un bel giorno, durante i suoi esperimenti nel piccolo laboratorio di casa, ha cercato di separare l'acqua dal sale con un generatore di onde radio, così da danneggiare le cellule cancerogene senza compromettere l'integrità di quelle sane. Con enorme sorpresa, però, l'acqua nella provetta ha preso immediatamente fuoco, generando una fiamma quasi elettrica, e in grado di superare i 1700 gradi centigradi. L'idrogeno insomma si è acceso.
CURIOSITA' - Un nuovo "combustibile" quindi, oltretutto in quantità infinita e facilmente reperibile? Del resto si parla di semplice acqua salata che, esposta alle frequenze radiofoniche brucia come una candela. La scoperta in queste settimane ha destato grande curiosità tra gli scienziati e ha acceso un vivace dibattito anche in rete. Una risposta ai tanti quesiti è arrivata ora dai ricercatori della Penn State University. Lo riporta il quotidiano Pittsburgh Post-Gazette e anche il sito della Cbs.
SCOPERTA - Il chimico Rustum Roy ha infatti confermato quanto già visto giorni fa proprio a casa di Kanzius. La scorsa settimana ha eseguito delle dimostrazioni nei laboratori universitari. «E' vero, funziona. Non c'è nessun trucco», ha detto Roy al giornale. L'onda radio infatti, permettendo di rompere i legami molecolari, quindi la scissione dell'ossigeno e dell'idrogeno, genera una combustione, ha aggiunto. «Una volta incendiato, l'idrogeno brucia finchè rimane esposto alle frequenze». Per il ricercatore si tratta «della più grande scoperta scientifica nel campo dell'acqua degli ultimi cent'anni».
AUTO - Per ora è prematuro capire l'entità di un eventuale guadagno energetico di questa invenzione e quanto questo ritrovato possa essere utile anche nella praticità di tutti i giorni; se si potrà presto fare il pieno con dell'acqua di mare. Per gli studiosi le potenzialità sono enormi, ma serve tempo e soprattutto soldi. Gli scienziati vogliono infatti cercare di scoprire se l'energia prodotta dall'idrogeno che brucia, possa bastare per alimentare un'automobile o altre autovetture di grossa cilindrata.
FONDI - Il ricercatore incontrerà questa settimana i funzionari del Dipartimento federale per l'energia e quello della Difesa a Washington dove cercherà di ottenere fondi statali per la ricerca, fa sapere il giornale. La fiamma di John Kanzius è stata nel frattempo certificata dall'ufficio brevetti del governo statunitense come «sistema avanzato di ipertermia indotta da radiofrequenza». E lo stesso autore della scoperta ha già le idee chiare di cosa fare del certificato. Lo darà al miglior offerente. Già perché in fondo quello che continua ad interessarlo è solo la sua ricerca sul cancro e il ricavato (milionario) servirà proprio a questo.
(da www.corriere.it/Primo_Piano/Scienze_e_Tecnologie/2007/09_Settembre/12/acqua_salata.shtml)

sabato 10 febbraio 2007

E' ora della merenda!

Un gruppo di cuccioli di panda si scola beatamente biberon di latte all'allevamento di Chengdu, in Cina. Specie protetta e non a caso diventata simbolo delle battaglie ambientaliste per la tutela della biodiversità e della fauna mondiale, il panda gigante ha registrato in Cina - dove a questo plantigrade sono riservati appositi programmi di tutela - una sorta di baby boom con ben 30 esemplari sopravvissuti su 36 nati nel corso del 2006.

giovedì 8 febbraio 2007

Chi morderà per primo?

Sono meravigliosi questi tre minuscoli cuccioli di leopardo in braccio a Nok, veterinaria tailandese, nati una settimana fa nello zoo di Khao Keow, a 100 chilometri da Bangkok.
Verrebbe voglia di adottarne uno e mordicchiarlo tutto il giorno...peccato che dopo qualche mese le parti si invertirebbero...

mercoledì 7 febbraio 2007

Gli Amanti di Valdaro


Davvero commovente l'immagine dei due scheletri abbracciati rinvenuti a Valdaro, in provincia di Mantova; gli esperti ritengono si tratti di un uomo e una donna, giovanissimi, del periodo neolitico.
Chi li ha seppelliti ha voluto far sì che la loro unione terrena durasse in eterno.

lunedì 22 gennaio 2007

Blade Runner


"Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi.
Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione... e ho visto i raggi β balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser.
E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. È tempo di morire."
Ho riguardato questo film a distanza di diversi anni, ogni volta riesce ad emozionarmi...un capolavoro di Ridley Scott nel 1982, non aggiungo altro...

domenica 21 gennaio 2007

Lecito scaricare se non c'è lucro?

La Terza sezione penale della Corte di Cassazione che, con la sentenza numero 149 del 9 gennaio scorso, ha annullato la condanna a 3 mesi e 10 giorni di reclusione inflitta dalla Corte d’Appello di Torino a E.R. e C.F. per violazione della legge sul copyright. I fatti risalgono al ’99, quando i due, all’epoca studenti, avevano creato sul pc di un’associazione del Politecnico di Torino una rete «peer to peer» per scambiare file con altre persone collegate a Internet. Secondo i giudici piemontesi i ragazzi avevano violato gli articoli 171 bis e 171 ter della legge sul diritto d’autore (la 633/41) che punisce chi, «a scopo di lucro», diffonde o duplica contenuti multimediali protetti dal copyright.
La sentenza però dice in modo chiaro: «Le operazioni di download di materiale informatico non coincidono con le ipotesi criminose fatte dai giudici torinesi». E ancora: «Per scopo di lucro deve intendersi un fine di guadagno economicamente apprezzabile o di incremento patrimoniale da parte dell’autore del fatto». E quindi, nel caso dei due studenti, «il fatto non costituisce reato».
Attenzione però, è stata annullata la condanna alla reclusione ma non sono escluse sanzioni pecuniarie per chi scarica, quindi occhio...

lunedì 15 gennaio 2007

La Nonna degli Ufo


Alle sette del mattino del 1° novembre 1954 Rosa Lotti Dainelli, come ha sempre raccontato, si sarebbe imbattuta mentre andava a messa in un’astronave a forma di fuso da cui sarebbero usciti degli “omini piccoli” che, presi dei fiori che la signora Rosa aveva in mano, avrebbero voluto darle qualcosa in cambio ma lei spaventata sarebbe fuggita.
All’epoca la vicenda destò grande scalpore, attirando a Capannole, dove la donna viveva, giornalisti e curiosi; la storia dell’incontro ravvicinato della signora Rosa si trova anche negli archivi della Nasa.

La Nonna degli UFO è morta il 27 Ottobre 2006, quando ancora non avevo questo blog; mi piace ricordarla con questa bellissima immagine dell'epoca.

John Titor, l'uomo del futuro

Tempo fà mi imbattei nella affascinante storia di un uomo che diceva venire dal futuro e lessi tutto quanto riuscii a trovare sul suo conto.
Lo stupore fu grande quando, pochi giorni dopo, lessi sui quotidiani la notizia che al CERN erano riusciti ad effettuare con successo un esperimento di teletrasporto...John Titor ne aveva parlato...
Mi piace pensare che ci sia qualcosa di vero in questa storia, che non sia solo frutto di una mente geniale...preferisco credere che qualche geniale mente del futuro riuscirà a creare una Macchina del Tempo...voglio credere che il Mondo che conosciamo, popolato dagli Uomini, continui ad esistere...

wikipedia.org
cosenascoste.com
johntitor.com

sabato 13 gennaio 2007

Nebbia



Sono 3 giorni che c'è la nebbia.
Oggi ho voluto provare a superare le nuvole e vedere il sole.
Mi sono arrampicato sulla montagna più alta che c'è qui intorno, in compagnia della mia Nikon...sono riuscito a bucare la nebbia, ma solo il primo strato...il secondo lo ha attraversato invece questo raggio di sole e qualche suo fratello...

venerdì 12 gennaio 2007

Meditare

La mattina mi piace dormire senza l'assillo della sveglia, uscire dal torpore del sonno concedendomi tutto il tempo necessario, gustarmi il thè con i biscotti fregandomene se sono le 8 di mattina o le due del pomeriggio...
Oggi però, mentre leggevo un'intervista a Francesco Bertini, preparatore atletico dell'Arezzo Calcio, mi è rimasta impressa una sua frase:

"...non siamo dei geni, quindi ci alziamo un’oretta prima degli altri..."

Non c'è niente da fare, mi frulla e rifrulla in testa...mi sà che l'unico rimedio è dormirci sopra...

Smorfioso



Mi chiedo se si sarà riconosciuto in questa foto il tennista cipriota Marcos Baghdatis...questa immagine dell'agenzia Greg Wood/Afp, tratta dal sito www.repubblica.it , lo ritrae subito dopo dopo aver perso un punto nell'incontro che stava disputando contro lo spagnolo Carlos Moya agli internazionali di Sydney.

giovedì 11 gennaio 2007

Perchè...

Non so come mai proprio oggi mi sono deciso ad attivare il mio blog...spesso quando accedo alla rete vedo qualcosa che mi colpisce, e l'idea di "fissare" da qualche parte quelle immagini, video, frasi o pensieri mi è sempre balenata nella testa...vediamo se adesso riuscirò a costruire questo archivio di oggetti immateriali stupefacenti...